Numero 37

Sommario
- Editoriale di Claudio Cerritelli
- Ritratto d'autore: Gabriella Benedini di Claudio Cerritelli
- Interpretazioni di Bruno Bandini
- Esposizioni di Silvia Ferrari Lilienau, Fernando De Filippi
- Musei di Annalisa Ferraro
- Arte - Matematica di Bruno D'Amore
- Teorie di Romano Gasparotti
- Design di Giorgio Casati, Jorge Frascara
- Interviste di Francesca Arzani, Claudio Cerritelli
- Cinematografia Pietro Torrisi
- Scultura - Ambiente Rosanna Ruscio
- Parole e emmagini Nanni Menetti, Afro Somenzari Massimo Pellegrinetti, Francesco Ceriani, Simone Ponzi
- Osservatorio Francesca Agostinelli, Silvia Ferrari Lilienau, Claudio Cerritelli

Editoriale
Produrre operazioni creative “a cielo aperto” come immagini di un ideale museo urbano è un’aspirazione che rientra nelle attuali pratiche della Street Art, nei nuovi orientamenti che le città di tutto il mondo vanno amplificando sperimentando luoghi pubblici e privati come spazi di qualificazione estetica della città.
Tale funzione è finalizzata a stimolare non soltanto una maggiore familiarità con la fruizione pubblica dell’arte attuale, ma anche a contrastare il degrado del territorio urbano, messo a dura prova dagli atti di vandalismo. Gli interventi che si registrano nei diversi contesti (muri, serrande, centraline) mostrano che i linguaggi della pittura si rigenerano a vista d’occhio assumendo le strategie espressive più efficaci per comunicare con tutto il loro impatto percettivo racconti cromatici in libertà. Il repertorio è ampio e articolato: segni frenetici e accese cromie, toni calligrafici e icone geometriche, forme figurate e immagini astratte, movenze gestuali e fluide espansioni, figurazioni realistiche e atmosfere surreali, colorazioni piatte ed effetti plastici. La città diventa un laboratorio dell’arte futura, i soggetti dipinti possono riferirsi alle attività dei negozi oppure scaturire liberi da ogni vincolo, con qualunque tecnica, dagli spray ai pennelli, dagli smalti agli stencil, e via dicendo.
Il campo di riferimento di questi specifici interventi va oltre il naturale e necessario limite dei luoghi, per farsi area dinamica carica di sincronismi visivi, infatti le operazioni pittoriche sono strumenti di una pulsazione espansiva che coinvolge la lettura totale dello spazio urbano. Si tratta di immaginare l’insieme delle scritture pittoriche come un dispiegamento ritmico che modifica la percezione della scena urbana offrendosi ai passanti come momenti dell’immaginario collettivo.
L’immagine poliedrica della città sembra dipinta frammento per frammento, comunica un respiro ambientale che accoglie momenti di sorpresa integrati nella dimensione dell’esistente, secondo un’interazione visiva che stimola reazioni e affezioni al nuovo contesto di forme e colori. Le molteplici superfici messe a disposizione degli artisti diventano pagine di un poema urbano costituito da molteplici passaggi narrativi che confluiscono in un unico dinamismo visivo.
Non si tratta di codificare una banale funzione decorativa ma di predisporre l’operazione creativa al transito di molteplici percezioni, ai diversi automatismi dello sguardo che può inizialmente può sentirsi estraneo alle forme dipinte, ma in seguito le avverte come luoghi di spontanea assimilazione, zone segnate da interferenze e intermittenze, a seconda delle implicazioni di lettura.
Al feticismo dei linguaggi pubblicitari si alterna la possibilità di creare un racconto finalizzato al godimento sociale delle forme pittoriche, al piacere dello sguardo che si muove senza intermediazioni nella città. Importante è non dimenticare che l’idea di “arte urbana diffusa” comporta anche il rinnovarsi degli interventi, la possibilità di poter sostituire nel corso del tempo -ad opera dello stesso autore o di altri esecutori- le immagini destinate a diventare obsolete con altre più vitali e attraenti. Del resto, quest’eventualità appartiene al senso del provvisorio che l’estetica urbana persegue come vibrazione percettiva che vive in tempo reale, con tutte le conseguenze imprevedibili che tale dimensione comporta, per fortuna. (c.c.)