Numero 28

Copertina Nuova Meta: N° 28

Sommario

  • Editoriale di Claudio Cerritelli
  • Ritratto d'autore: Tonino Guerra di Marialisa Leone
  • Riflessioni di Bruno Bandini
  • Eventi di Simona Santini
  • Indagini di Anna Comino
  • Ricerche di Leonardo Capano
  • Ricognizioni di Diego Viapiana
  • Memoria continua di Elisabetta Longari
  • Esposizioni di Carlo Vita
  • Laboratori di Carla Sanguineti
  • Museologie di Franco Forzani Borroni
  • Storiografie di Carlo Vita
  • Dialoghi di Mino Ceretti
  • Concorsi di Luisa Giacobbe
  • Parole e immagini di Simone Berrini, Tonino Milite, Katia Orgiana
  • Poesie per l'arte di Alessandra Bonoli
  • Osservatorio di Claudio Cerritelli

Editoriale

Diversi sono gli eventi che s'annunciano per celebrare nel prossimo anno l'immagine eroica del Futurismo in occasione del centenario del suo leggendario manifesto marinettiano, pubblicato dal "Figaro" di Parigi il 20 febbraio 1909.
Le iniziative (mostre, convegni, pubblicazioni scientifiche) hanno l'ambizione di voler restituire il clima di quella straordinaria tensione innovativa che porta l'arte italiana a dialogare con le avanguardie internazionali con una proposta di rinnovamento trasversale che si pone come punto di riferimento indiscusso dell'utopia estetica totale.
Il concetto di sinestesia è al centro di tutti i percorsi possibili dell'immaginario futurista, esso si esplica attraverso un repertorio di documenti visivi e verbali, evocazioni letterarie, cromatismi sonori, compenetrazioni dinamiche, istinti tattili, sempre in tensione con gli orientamenti della percezione plurisensoriale.
L'approfondimento filologico dei temi e delle problematiche sollevate dai testi futuristi oscilla dal loro furore originario fino alle conseguenze che il rapporto tra ideologia e linguaggio sollecita lungo tutto il versante sperimentale del cosiddetto contemporaneo.
Nelle simultaneità spaziali delle forme in libertà e delle loro prospettive mutevoli si avvertono ancora vive le tracce del laboratorio creativo che Marinetti e compagni vivono come metafora vitalistica, totalità dove pensare e fare arte significa attraversare il mondo con l'entusiasmo di modificarlo, fino a ricostruirlo dalle radici.
Rileggere il futurismo significa avvalersi di rigorosi percorsi filologici per assaporare tutto il suo complesso fervore immaginativo da cui si irradia una nuova verità delle arti e delle loro infinite relazioni. Significa ripercorrere senza fanatismo e retorica immagini e parole degli artisti, da Balla a Boccioni, da Carrà a Russolo, da Severini a Dottori, in un crescendo emozionale e intellettuale che restituisce le ansie e gli stati d'animo che accompagnano la spasmodica ricerca del nuovo.
Ogni artista esprime la coscienza collettiva di uno spazio e di un tempo fissato nelle infinite trasformazioni della materia, della luce, dell'energia cosmica che sollecita l'avventura delle forme, libere di muoversi in tutte le direzioni.
Inutile dire che sono le affermazioni di Marinetti ad assumere sempre un ruolo decisivo, sia per il tono polemologico sia per la continua sperimentazione di nuove soglie espressive che generano sorpresa, meraviglia, stordimento. L'artista futurista immagina un tipo "non umano" e meccanico, un uomo moltiplicato, energico, libero dalla malattia del sentimento, un uomo costruito per diffondere lo stile del movimento, sprofondato nella sensazione dinamica dell'ambiente totale.
Al centro di ogni pensiero sta il mito della velocità come prospettiva meccanica che viene interiorizzata e valorizzata nelle sue componenti fisiche e mentali, dimensione che ogni vero futurista affronta consapevole del rischio di smarrirsi nelle vibrazioni totali della città.
La sensazione della velocità porta a rinnovare il sentimento romantico dell'infinito attraverso una diversa accezione del paesaggio urbano, macchina imprevedibile che contiene spazi ignoti, luoghi che sconfinano verso dimensioni extraterrestri. La visione procede dal visibile all'invisibile, dalla realtà oggettiva al trascendentalismo fisico, dall'unicità alla molteplicità dei punti di osservazione.
Questo flusso di sensazioni emergono anche nelle riflessioni degli storici e dei critici d'arte interessati a verificare la straordinaria forza con cui i futuristi hanno sostenuto le loro idee contro il gusto ufficiale.
E oggi – di fronte alla persistenza di questa sensibilità- si ha la certezza che, dopo un secolo di vita e di alterne interpretazioni, le innovazioni futuriste sono destinate a durare ancora a lungo.